Il Mediterraneo, “Mare nostrum” di genti in transito alla ricerca di nuove sponde e di un futuro migliore. Oggi come ieri.
Il Mediterraneo, nell’immediato dopoguerra attraversato da un popolo in
fuga, reduce dalla sua più grande tragedia e disposto a tutto pur di
ritornare alla terra lasciata 2000 anni prima. Quello degli ebrei
scampati alla Shoah, che, prima perseguitati, poi rifiutati dall’Europa,
salparono in massa dalle nostre coste per raggiungere clandestinamente
la Palestina, o come preferivano chiamarla, Eretz Israel, la terra di
Israele.
Un paese, l’Italia, devastato dalla guerra ma disposto a offrire loro
rifugio e a permetterne la partenza dai suoi porti per farsi perdonare
l’infamia delle leggi razziali di pochi anni prima.
Una potenza occupante, sia in Italia che in Palestina, la Gran Bretagna,
che si oppose con tutte le forze a questo esodo di massa per non
contrariare gli arabi in rivolta che temevano di diventare minoranza in
quel paese.
Una organizzazione segreta, il Mossad le Aliyah Bet, progenitore del
famoso servizio di intelligence israeliano, incaricata da Ben Gurion di
portare in Eretz Israel il maggior numero di ebrei della diaspora e
spingere la comunità internazionale ad approvare la nascita dello stato
di Israele.
Due capi di grande intelligenza e audacia: Yehuda Arazi e Ada Sereni.
Lui, soprannominato “il re degli stratagemmi”, ricercato dagli inglesi
che avevano messo una taglia sulla sua testa per aver rubato armi in
quantità dai depositi britannici per conto dell’Haganà. Lei alto
borghese romana d’origine, espatriata negli anni 20 in Palestina, dove
aveva fondato insieme al marito Enzo, un eroe del sionismo, il kibbutz
Givaat Brenner, e ora pronta ad usare tutte le sue conoscenze italiane
per aiutare la causa.
Abbiamo incontrato, esperti e testimoni diretti e indiretti, come i
discendenti di Yheuda Arazi, e Ada Sereni; e ripercorso i luoghi di
questa vicenda, un giallo politico intricato e appassionante, ma anche
una toccante storia umana.