SINOSSI
Verso la fine del 1958 Federico Fellini attraversa un periodo
professionale complicato. Ha gia’ vinto due Oscar per “La Strada” e “Le
Notti di Cabiria” ma nessun produttore vuole realizzare il suo nuovo
progetto: “La Dolce Vita”. Solo Giuseppe Amato, gia’ famosissimo
cineasta per capolavori come “Umberto D.”, “Quattro passi tra le
nuvole”, “Francesco Giullare di Dio”, “Don Camillo” solo per indicarne
alcuni, comprende l’ unicita’ del soggetto di Fellini, Flaiano e
Pinelli. Amato e’ molto combattuto perche’ non vuole creare dissapori
con De Laurentiis, che ha un contratto di esclusiva con Fellini, e
perche’ sa benissimo che l’ operazione e’ molto rischiosa e infatti si
rivelera’ come il progetto piu’ costoso mai realizzato fino a quel
momento in Italia. Peppino, che e’ molto religioso, intraprende di notte
un viaggio fino a San Giovanni Rotondo per ottenere la benedizione di
Padre Pio per “La Dolce Vita”.
Le riprese del film iniziano il 4 marzo del 1959 dopo che Peppino Amato
e’ riuscito a convincere il suo socio storico, Angelo Rizzoli, a
finanziare assieme a lui il film ma il regista si rivela incontrollabile
e i contrasti cominciano subito. La lavorazione e’ complicatissima e il
costo del film sarà doppio rispetto agli impegni presi tra Fellini e i
produttori. Il montato del regista è interminabile e Rizzoli con la
Cineriz non crede nel progetto e non vuole piu’ distribuirlo.
“La Dolce Vita” sara’ la causa della rottura del ventennale sodalizio
tra Rizzoli e Amato e la chiusura della Riama Film. Nonostante questo,
Peppino Amato difendera’ sempre il capolavoro di Fellini fino all’
ultimo giorno, quando nella discesa di Via Veneto, divenuta cosi famosa
dopo lo strepitoso successo del film, verra’ colto da un infarto dal
quale non si riprenderà più.