“Anche io sono figlio di
migranti”, dice Papa Francesco.
Con un occhio attento all’attualità
e alla sempre più pressante
questione dell’immigrazione, lo
stesso Papa ci spinge più volte a
riflettere sul significato di questo
fenomeno e sull’approccio più
costruttivo che dovremmo avere
anche noi nei suoi confronti.
“Se non ci fossero state le
persone che, all’epoca, hanno
aiutato mio padre, io oggi non
sarei qui”. Non avremmo neanche
lo stesso Papa Bergoglio, se
l’immigrazione in Argentina, un
tempo, non avesse trattato gli
italiani con riguardo e con
propositività. A partire dal
Piemonte, i nonni e il padre di
Papa Francesco si spostarono
verso il porto di Genova per sfuggire al fascismo e imbarcarsi in direzione di Buenos
Aires. Ma il transatlantico che avrebbero dovuto prendere, e per cui avevano già
comprato i biglietti, la Principessa Mafalda, fu oggetto del più grande disastro navale
italiano di sempre, e uccise tutti i suoi passeggeri. La strana coincidenza fu proprio
quella che volle la famiglia Bergoglio trattenuta da un contrattempo e impossibilitata a
prendere quella stessa nave, all’ultimo secondo. Dunque si salvarono, raggiunsero
l’Argentina, e con questo permisero anche al nostro papa di nascere e diventare la
persona importante che è oggigiorno.